Come si fa per apparire nelle prime pagine sui motori di ricerca?
Avere un buon sito non basta per essere primi su Google o su un altro motore di ricerca.
La visibilità di un sito in rete non si calcola solo sulla base di quanto le pagine siano curate o dinamiche, o lo stile sia accattivante.
Sicuramente è un punto di partenza, se vogliamo che chi ha visitato il nostro sito una volta ci torni in avvenire e lo consigli ad altri internauti, ma per un buon posizionamento non è sufficiente.
Innanzitutto occorre distinguere, quando si lancia una ricerca sul web, tra directory e motori di ricerca, spesso sono erroneamente accomunati.
Le directory hanno un struttura gerarchica ad albero, si suddividono in categorie e sottocategorie e non usano software per estrarre dati dalla rete: le categorie e le descrizioni dei siti sono inserite da un operatore su suggerimento dei webmaster; non riportano i link alle singole pagina, ma solo alla home page.
I motori di ricerca (o Search Engine) sono invece gestiti in maniera automatica sulla base di alcuni algoritmi, in base ai quali vengono estratti i risultati.
Il web viene scandagliato attraverso dei software, chiamati spider, che analizzano miliardi di pagine e in base a una serie di fattori, in gran parte sconosciuti, restituiscono un risultato piuttosto che un altro.
Poiché la ricerca con questi ultimi è molto più semplice e intuitiva, la maggior parte degli utenti preferisce questo metodo.
Lo svantaggio però risiede nell’altissimo numero di risultati forniti: l’utente medio non va mai oltre la prima al massimo la seconda pagina dei risultati di ricerca.
Per questo occorre puntare ai primi posti della classifica e poiché tra i motori più usati primeggia il colosso americano di Mountain View, diviene fondamentale essere primi su Google.
Un sito costruito bene è solo – si diceva – il punto di partenza: occorre inserire all’interno di esso contenuti validi, parole chiave (keyword) in una percentuale accettabile e creare una web reputation del sito rispettabile.
La verifica del posizionamento del sito web avviene solo in un secondo momento, quando tutti questi fattori saranno stati ottimizzati, eventualmente per riprenderne alcuni e cercare di migliorare ancora la propria posizione.
Essere visibili a un numero sempre più elevato di potenziali clienti è lo scopo finale: maggiori sono le visite, infatti, e più alte saranno le probabilità di vendere i propri prodotti o servizi. Ma procediamo con ordine.
Il prodotto o il servizio offerto dal sito web ha bisogno di essere presentato in maniera chiara e semplice.
Molto spesso l’intervento di un copywriter, esperto delle regole SEO, aiuta questo primo passaggio: i contenuti infatti non devono essere solo ottimizzati per l’utente, ma anche per il motore di ricerca.
Ciò in particolare avviene con l’inserimento delle keyword. Più alta è la frequenza di parole che coincidono con la richiesta fatta dall’utente al motore di ricerca, migliore sarà il posizionamento del sito web all’interno di quei risultati.
Occorre però fare attenzione a non incappare nel pericolo contrario: inserire troppe parole chiave o creare delle pagine costituite unicamente da keyword, leggibili solo dalla macchina.
Molti motori di ricerca, Google in primis, penalizza questo tipo di comportamento, scorretto, eliminando il sito dai propri database.
Un giusto rapporto tra contenuto e parole chiave invece è molto ben accetto e nella maggior parte dei casi premiato (una percentuale equilibrata si aggira attorno al 3%).
Contenuti interessanti, pagine fluide, funzioni basilari immediate, come i pagamenti online, e aggiornamenti costanti rappresentano un buon modo di affacciarsi al web.
Partendo da ciò si costruisce quella web reputation cha fa scalare ancora di più le classifiche, e che molto funziona grazie anche ai link, non dal sito ad altre pagine, ma da altre pagine o siti (preferibilmente autorevoli) al sito in questione.
Pure qui però c’è un rovescio della medaglia: alcuni siti poco affidabili (intenzionalmente o meno) possono far scendere il posizionamento del sito web nelle classifiche.
Google permette di ripudiare tali siti, tramite il tool Disavow; ma anche questo, a sua volta, si rivela un’arma a doppio taglio perché ripudiare un sito significa estrometterlo dai database del motore di ricerca, e non sempre, in questi casi, si tratta di siti fraudolenti.
Posizionare il proprio sito al meglio può sembrare apparentemente facile, in realtà se fosse così tutti potrebbero apparire nella prima pagina dei motori di ricerca, se si vuole la certezza della pole position è necessario rivolgersi alle web agency, ma non alla prima che capita, è necessario assicurarsi che siano specializzate in posizionamento naturale.