Alla scoperta dei murales in Sardegna
Anche se pochi lo sanno la Sardegna è la patria del muralismo in Italia: infatti in alcuni dei suoi paesi si trovano alcuni dei più bei murales di tutto il mondo.
Si tratta di una forma artistica nata come espressione creativa libera dei movimenti di protesta, che unisce valore estetico e sociale.
In genere queste pitture sono eseguite da più persone e vi si leggono le denunce, le speranze, i malesseri e la vita quotidiana di una comunità, in cui eventi e lotte politiche si intrecciano per una cultura in perenne mostra.
Le tecniche usate dai muralisti sardi sono semplici e si basano sulle normali vernici ad acqua per interni: di conseguenza i murales si deteriorano abbastanza in fretta.
Questo ha portato a una precisa scelta estetica per cui i dipinti si tinteggiano di nuovo solo nel caso in cui se ne avverta il bisogno da parte della comunità: in caso contrario li si lascia scomparire pian piano.
Gli stili sono molti: si va dall’impressionismo alla pittura naif, dal realismo all’iperrealismo.
Il muralismo sardo ha i suoi centri più importanti in quattro paesi: Orgosolo, Villamar, San Sperate e Serramanna.
Orgosolo, piccolo centro della Barbagia, distante 18 chilometri da Nuoro, è considerato la capitale dei murales sardi in quanto si trovano in quasi ogni angolo del paese e sono ben 150: alcuni sono davvero straordinari e ogni anno sono migliaia i turisti provenienti da tutta la Sardegna, ma anche dall’Italia e dal resto del mondo, che giungono fin qui per ammirarli.
Il primo murale della Sardegna fu dipinto a Orgosolo nel 1969 da Dioniso, gruppo anarchico milanese dal nome collettivo.
Da allora le pitture murarie si susseguirono in numero sempre maggiore non solo in questo centro ma anche in altri paesi.
Un punto di svolta si ebbe nel 1975 quando, in occasione del 30° anniversario della Liberazione, un insegnante senese della scuola media e i suoi allievi ne realizzarono altri; successivamente diedero il loro contributo gruppi e artisti locali.
Questa decisione portò un gran numero di comuni a commissionare ad artisti locali murales per rendere più belle e uniche le facciate delle case del paese.
Negli anni Ottanta cominciarono a essere rappresentate scene di vita quotidiana, ad esempio pastori con le proprie greggi, uomini a cavallo, contadini con in mano la falce e donne con i propri figli.
In questo modo i murales diventarono una manifestazione spontanea di una società contadina che vuole far conoscere i propri usi e tradizioni all’esterno, valorizzando al tempo stesso gli spazi urbani.
Orgosolo è quindi la prima tappa fondamentali di un itinerario alla scoperta dei murales della Sardegna, tuttavia vi sono anche altri centri che non si possono tralasciare: sono per l’appunto Villamar, Serramanna e San Sperate.
Si parte da Orgosolo in direzione sud e si raggiunge Villamar nella provincia del Medio Campidano: qui queste pitture si sono diffuse a partire dal 1976 grazie a due esuli cileni Uriel Parvex e Alan Jofrè.
L’anno successivo il fenomeno conobbe un vero e proprio impulso grazie a due artisti locali, Antonio Sanna e Antonio Cotza, Gruppo, al gruppo Arte e Ambiente e alla Brigata Muralista Salvador Allende.
I murales di Sanna rappresentano usi, costumi e immagini di vita quotidiana locale, mentre quelli di Cotza sono davvero luminosi e colorati e raffigurano eventi storici internazionali e locali.
Serramanna si trova a soli 30 chilometri da Villamar. Anche qui il fenomeno dei murales prese piede negli anni Settanta per esprimere il disagio giovanile.
Il paese si caratterizza per uno splendido murales con tema emigrazione realizzato nel 1979 dal gruppo di Ledda, Dessì, Putzolu e Arba e il cui nome è “Emigrazione è deportazione”.
Da alcuni anni è iniziato un piano per rivalutare i vecchi murales. Infine si prosegue per San Sperate, paese in provincia di Cagliari: viene chiamato Paese Museo perché vi sono migliaia di murales a decorare le vie cittadine.
Tutto è iniziato grazie all’attività di Pinuccio Sciola nel 1968: all’opera contribuirono tantissimi artisti provenienti da tutto il mondo e ancora oggi il comune organizza manifestazioni per abbellire il centro storico a cui partecipano numerosi writers internazionali.
Altri centri sardi dove si possono ammirare i murales sono Suni, Fonni, Palau e San Gavino.